lunedì 11 febbraio 2008

* Morte di Napoleone

Test su capelli

NAPOLEONE NON FU AVVELENATO

Nell'arsenale degli storici moderni oltre a libri e documenti di archivio servirebbe un piccolo reattore nucleare. Lo dimostrano sempre più studi che stanno risolvendo i misteri del passato grazie agli strumenti messi a disposizione dalla fisica. L'ultimo enigma ad essere stato svelato grazie agli scienziati dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) è quello della morte di Napoleone Bonaparte, che non sarebbe stato avvelenato durante l'esilio a Sant'Elena come sostengono alcune teorie. I ricercatori dell'Infn di Milano-Bicocca e Pavia, insieme ai colleghi delle rispettive università, hanno raccolto campioni di capelli del grande condottiero in diversi momenti della sua vita, quando era bambino, durante l'esilio sull'isola d'Elba e quello a Sant'Elena e dopo la sua morte avvenuta il 5 maggio 1821. I campioni, insieme a quelli del figlio e della moglie, sono stati analizzati alla ricerca di arsenico, il veleno che si crede abbia provocato la morte di Napoleone. Per l'analisi è stato utilizzato il piccolo reattore nucleare dell'università di Pavia: i capelli sono stati bombardati per otto ore con un flusso di neutroni. I neutroni vengono catturati dall'arsenico che si trasforma in un isotopo radioattivo. I nuclei radioattivi vengono quindi individuati attraverso la misura della radiazione emessa durante il loro decadimento. Le analisi, i cui risultati verranno pubblicati sulla rivista “Il nuovo Saggiatore”, hanno rivelato tracce molto alte di arsenico, se paragonate al contenuto di capelli odierni, in tutti i campioni dell'800: "Gli elevati contenuti di arsenico dimostrano come nell'800 ci fosse una esposizione maggiore dell'attuale a questo metallo - spiega Angela Santagostino, tossicologa dell'università di Pavia - il confronto dei livelli di arsenico nei capelli di Napoleone alla sua morte con quelli risalenti a periodi precedenti fa pensare ad una esposizione cronica di discreta entità avvenuta nell'isola di Sant Elena, sembra però poco probabile pensare che la sua morte sia da attribuire ad un avvelenamento criminale intenzionale". Non è la prima volta che la fisica entra nelle aule di storia. Un'altra ricerca dell'Infn ad esempio qualche mese fa ha dimostrato che una tunica che si attribuiva a San Francesco era invece successiva, mentre un ricercatore austriaco è riuscito a dimostrare, sempre analizzandone i capelli, che la morte di Beethoven è avvenuta a causa del piombo somministratogli per errore dal proprio medico. "Questo studio dimostra ancora una volta che la fisica nucleare ha delle concrete, importanti applicazioni nei beni culturali così come in criminologia, visto che in fondo stiamo commentando un eventuale delitto la cui vittima sarebbe stata Napoleone - commenta Roberto Petronzio, presidente dell'Infn - così come in medicina e in particolare in oncologia. La Fisica può mettere a disposizione degli altri settori di ricerca la sua elevatissima capacità di riconoscere la presenza di materiali anche in dosi piccolissime, rilevandone le tracce attivate dai neutroni". Nell'arsenale degli storici moderni oltre a libri e documenti di archivio servirebbe un piccolo reattore nucleare. Lo dimostrano sempre più studi che stanno risolvendo i misteri del passato grazie agli strumenti messi a disposizione dalla fisica. L'ultimo enigma ad essere stato svelato grazie agli scienziati dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) è quello della morte di Napoleone Bonaparte, che non sarebbe stato avvelenato durante l'esilio a Sant'Elena come sostengono alcune teorie. I ricercatori dell'Infn di Milano-Bicocca e Pavia, insieme ai colleghi delle rispettive università, hanno raccolto campioni di capelli del grande condottiero in diversi momenti della sua vita, quando era bambino, durante l'esilio sull'isola d'Elba e quello a Sant'Elena e dopo la sua morte avvenuta il 5 maggio 1821.

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