giovedì 7 agosto 2008

* Sonnino-The Ater Day

Condominio La Gioia
Prima festa dai condomini dell’Ater
di Sonnino Scalo, ‘adottati’
dall’associazione Istituto per la Famiglia
T h e A t e r D a y


Il 5 agosto è stato vissuto un giorno senza precedenti dai condomini degli alloggi dell'edilizia residenziale pubblica di Via Rimette, Condominio La Gioia, a Sonnino Scalo. Dopo circa venti anni dall’inaugurazione degli stabili è stata organizzata e realizzata dall’Associazione di volontariato Istituto per la Famiglia di Latina, la prima festa dei condomini, che ha visto protagonisti bambini, giovani, diversamente abili ed anziani.
Il condominio viveva da alcuni anni in estrema difficoltà, con gravi ripercussioni soprattutto sui condomini diversamente abili ed anziani, ed il nuovo presidente dell’autogestione, Claudio Zappalà, oltre ad affrontare da un punto di vista giuridico ed amministrativo i vari problemi, ha realizzato una forma di ‘adozione del condominio’ da parte di una associazione di volontariato presente sul territorio. Tale iniziativa ha subito raccolto consensi ed adesioni.
L’adozione del condominio porterà l’associazione a supportare sia il presidente dell’autogestione che i condomini, ma soprattutto interverrà con un opera di mediazione con il territorio e gli enti interessati.
La festa è stata realizzata appunto grazie al contributo del Bar Giannino e del Ristorante Al Benvenuto di Sonnino Scalo, del Caseificio Alan Farm di Andriollo e da I Negozi dello Sbrigo di Maria De Luca di Pontinia, dalla società di trasporti di Latina Pilaie, dall’Azienda Agricola Sandra Rinaldi di San Felice Circeo, del signor Giancarlo Bega, Alessandro Tivan, Eliseo Ferretti, Eva Iervolino, Pietro Ruggeri.
Una serata con cinquanta persone di tutte le fasce d’età, all’insegna della spensieratezza, dell’allegria, dei giochi dei bambini, della comunicazione, di grigliate e di fette di anguria. Una esperienza molto utile sicuramente da ripetere ma soprattutto un progetto da trasferire anche in altre realtà simili.
IL MATTONE POPOLARE
C'è chi prende un martello e sfonda la porta, per occupare una casa popolare. C'è chi l'ha ereditata dai parenti, ci si trova benissimo e non si schioda di lì. E poi ci sono quelli che ne avrebbero veramente diritto e che invece restano fuori. Perché in Italia gli alloggi dell'edilizia residenziale pubblica solo sono pochi e poco gestiti, con il grave cappio della morosità-abusivismo. Così la casa popolare è spesso un miraggio (sia per gli italiani che per gli immigrati che sempre più ne fanno richiesta) e una realtà tristemente fallimentare. Un cocktail di abusivi e morosi che spesso degenera in emergenze sociali. Negli ultimi cinque anni circa il 15 per cento degli inquilini non ha pagato l'affitto, senza considerare poi gli alloggi totalmente fuori controllo, occupati abusivamente da chi ci entra sfondando la porta. Nel 2004 se ne contavano più di 40 mila in tutta Italia, concentrati soprattutto nelle grandi città. A ciò si aggiunge che spesso il recupero della case occupate è diventato quasi impossibile. Sempre a Napoli, e nel suo hinterland, interi palazzi popolari sono gestiti dalla camorra: succede alle Vele di Scampia, al rione Villa a Poggioreale e a diversi caseggiati di Ponticelli e Torre Annunziata. Canoni bassi, morosità e abusivismo. A tutto questo si deve aggiungere che gli ex Iacp devono far fronte a spese importanti: i costi di manutenzione sempre in aumento. A questo si aggiunge che l'Ater rischia di diventato "di supporto a un ceto medio privilegiato, perché di veri poveri ce ne sono rimasti pochi, con tanti residenti di seconda e terza generazione". Per cui magari ci trovi a vivere "il nipote del vecchio assegnatario, direttore di banca, che con l’edizia popolare non c'entrerebbe niente", e non c'è invece "un patrimonio da dare ai più deboli".

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