mercoledì 28 maggio 2008

* Rapporto Amnesty 2008

RAPPORTO AMNESTY 2008:
I LEADER MONDIALI PORGANO LE PROPRIE
SCUSE PER 60 ANNI DI FALLIMENTI

E' uscito in questi giorni il nuovo Rapporto annuale stilato come di consueto da Amnesty International sulla situazione globale dei Diritti Umani. Durissime le condanne a livello mondiale, forti le critiche anche all'Italia, accusata di violare i diritti umani e di essere un paese a fortissimo rischio di razzismo e xenofobia.
In 61 paesi del Mondo è ancora praticata la tortura, in altri 54 si celebrano processi senza garanzie e in altri 77 la libertà di pensiero non è al primo posto. A sessant'anni dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani firmata all'Onu nel 1948, Amnesty International chiede ai leader mondiali di «porgere le proprie scuse per 60 anni di fallimenti e di assumere un nuovo impegno per conseguire miglioramenti concreti in tema di diritti umani nel mondo».
Secondo Amnesty International il quadro globale è sconfortante, è un quadro drammatico che fotografa un mondo che non migliora, per quanto riguarda L'Italia il Rapporto annuale di Amnesty si spinge oltre, e dichiara senza mezzi termini che, nel nostro Paese, c'è stata «una preoccupante marcia indietro» per quanto riguarda i diritti umani. C'è un forte rischio che «il clima di razzismo e le leggi o proposte di legge contrarie agli standard internazionali sui diritti umani lo stiano trasformando in un Paese pericoloso, oggi per rom e romeni, domani per tutti».
Nella sezione del Rapporto dedicata all'Italia, si prendono in esame anche diversi casi giudiziari: dal processo sugli incidenti del G8 a Genova, alle modalità dell'intervento della polizia in Val di Susa, alla morte di Federico Aldrovandi a Ferrara il 25 settembre 2005, dopo essere stato fermato dai quattro agenti. E ancora: il caso di Aldo Bianzino, un falegname di 44 anni, morto il 14 ottobre 2007 nel carcere di Capanne a Perugia, dove era stato condotto in stato d’arresto due giorni prima assieme alla sua compagna. Poi la tragica vicenda di Gabriele Sandri, ucciso da un colpo d’arma da fuoco esploso da un agente della polizia stradale, mentre si trovava in uscita da un autogrill in auto con alcuni amici, assieme i quali era diretto a Milano per seguire la partita della sua squadra in trasferta. Sul caso sono in corso indagini da parte della magistratura.
Tra i molti moniti rivolti anche alle altre potenze emergenti, forti le critiche agli Usa: «Ingiustizia, disuguaglianza e impunità sono i tratti significativi del mondo di oggi» Dall'analisi di Amnesty International risulta emergere che gli Stati Uniti, alla luce del loro ruolo di paese guida, stiano ispirano la linea di condotta di altri governi.

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