venerdì 4 luglio 2008

*Terracina-sfiducia Percoco

APPROVATA LA MOZIONE DI SFIDUCIA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
GIANNI PERCOCO

Meno di un’ora di confronto è bastato al Sindaco Stefano Nardi e alla sua maggioranza per fare il punto degli accadimenti che hanno contraddistinto la vita amministrativa e politica delle ultime settimane, in virtù della decisione di ritirare le deleghe assessorili a Sandro Marigliani (Udc), Massimiliano Di Girolamo (Udc) e Mariano De Gregorio (An).
La riunione doveva poi discutere ed approvare il documento di sfiducia all’attuale Presidente del Consiglio, Gianni Percoco.
In apertura ha preso la parola il Sindaco Nardi, che riscontrava l’insoddisfazione tangibile della Città nei confronti del “teatrino” della politica, che da troppi mesi sta ingessando Terracina, che viceversa ha bisogno di un governo forte e coeso per risolvere gli importanti problemi che sono sul tappeto della discussione.
“I cittadini pretendono, giustamente, una città più pulita, ordinata, sicura, mentre lo spettacolo che stiamo offrendo è vergognosamente improponibile – ammetteva Nardi”.
Il Primo cittadino è poi entrato nello specifico e chiariva i motivi dell’allontanamento degli assessori.
Per Mariano De Gregorio, comunicava il Sindaco, è vicenda di carattere personale: “ha perso la mia fiducia” – esponeva - ricordando analoghi allontanamenti di Zegarelli e del tecnico Caciolo.
Per quanto riguarda Marigliani “lui voleva difendere i suoi amici di partito posti in discussione, io invece volevo difendere gli interessi generali dalla mia maggioranza”. Quindi, una posizione inconciliabile affinchè rimanesse al suo posto di assessore.
“Per Di Girolamo la storia è diversa e l’epilogo prodotto mi rammarica. Massimiliano non paga per la vicenda legata alla spiaggia, ma il sol fatto che è nella fila dell’Udc. Ed è, soprattutto, una vittima del segretario del suo partito: Giuseppe Zappone.
Ed è proprio il segretario dell’Udc, che con i sui astrusi comportamenti politici ha fatto accelerare le decisioni che ho adottato.
Non è pensabile che un sindaco ed una maggioranza si sentano dire, in seguito alla vicenda del famoso Consiglio comunale sul “piano Santoro” che “il presidente del Consiglio fa quello che dico io”.
E’ un comportamento di un’arroganza politica che non trova riscontro in nessun momento dei miei sette anni di mandato amministrativo.
Intollerabile, è vero per il Sindaco, ma anche per lo stesso Presidente del Consiglio, il quale agli occhi dell’intera maggioranza e della Città è costretto all’angolo nella sua legittima autonomia e imparzialità nel ricoprire la funzione.
Zappone – affermava Nardi - ha dimostrato in questi mesi tutta la sua incapacità di esercitare il delicato ruolo e dopo questa devastante esperienza dovrebbe ritornare urgentemente sui banchi di una scuola di formazione politica.
Per la vicenda legata a Percoco – proseguiva il Sindaco nel suo intervento – ho atteso oltre un mese un suo ravvedimento per la posizione assunta.
Il Presidente del Consiglio poteva annullare la famosa seduta e non permettere alla maggioranza di proseguire, ma non lo ha fatto.
Ha inviato, invece, una lettera rivolta ai soli membri dell’opposizione, smentendo quanto sostenuto nel corso del Consiglio stesso, dichiarando la mancata legittimità della seduta e ammettendo la propria incapacità nel condurre i lavori del Consiglio giurando, inoltre, di essere entrato in confusione per la tensione presente in aula.
E’ del tutto evidente che questo comportamento, contraddittorio, pregiudica in modo insanabile il ruolo di garante dell’attuale Presidente del Consiglio.
Infatti, aver fatto svolgere regolarmente la seduta di Consiglio fino all’espressione del voto sugli argomenti esaminati garantendo ai Consiglieri comunali la regolarità della seduta, salvo poi sconfessare quanto affermato nell’esercizio delle proprie funzioni, rappresenta una grave forma di lesione della dignità dei Consiglieri comunali (di maggioranza e opposizione)”.
Per queste ragioni i capigruppo e i consiglieri di maggioranza hanno chiesto al Sindaco Nardi di sottoscrivere una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Percoco, con la motivazione che segue:
“In seguito alla seduta di Consiglio Comunale citata, ci sono state altre riunioni nel corso delle quali di fronte ad atteggiamenti provocatori, fuori dalle righe e dalle norme regolamentari i diversi membri dell’opposizione,il Presidente del Consiglio non è riuscito a garantire l’ordinato svolgimento dei lavori e non è riuscito ad impedire che nel corso degli interventi venissero fatte pesanti allusioni nei confronti dell’Amministrazione e dei Consiglieri di maggioranza,affermazioni anch’esse tendenti a ledere la dignità delle persone.
Per tutti i motivi esposti i Consiglieri Comunali firmatari della presente Mozione revocano al Presidente del Consiglio con immediata efficacia la propria fiducia destituendolo dalla funzione fino ad oggi ricoperta”.
Entrava nel dibattito il Consigliere Mazzucco (G.Pdl), il quale apprezzando il decisionismo del Sindaco rilevava che “la stagione delle ambiguità è finalmente giunta al capolinea. Provvedimento giusto e da condividere”.
Ferrari (Fi) riferiva di una riunione di partito avuta nel pomeriggio e nella quale si è condiviso all’unanimità la decisione che si adotterà nei confronti del Presidente del Consiglio.
Maragoni (Pri) asseriva “ dell’assenza di un proficuo e continuo confronto che la maggioranza deve avere con i cittadini e lo sforzo che, insieme, si deve compiere per proseguire con efficacia nel mandato amministrativo. La Città vuole da noi i risultati e non continui litigi”.
Avelli (dissidente dell’Udc) assicurava di “trovare concrete e leali le parole del Sindaco. Più volte abbiamo chiesto a Percoco di confrontarsi sulle decisioni importanti. Oggi, con un minimo di riflessione in più, non si troverebbe nelle condizioni di essere sottoposto a sfiducia. Noi (Avelli e Pietro Palmacci) vogliamo proseguire nel progetto sottoscritto con gli elettori e all’interno della maggioranza”.
Zicchieri, capogruppo di An, attestava che “An non ha mai chiesto la sfiducia di De Gregorio, come del resto non l’ha chiesta in illo tempore per Caciolo o la Zegarelli. Invito De Gregorio a rettificare alcune sue dichiarazioni rilasciate alla stampa locale, che sono di una gravità inaudita”.
La mozione di sfiducia al Presidente Gianni Percoco è stata sottoscritta e depositata questa mattina presso l’ufficio protocollo del Comune.
Contestualmente è partita la richiesta di convocazione del Consiglio comunale con due punti posti all’ordine dei lavori: la revoca del Presidente del Consiglio e l’elezione del nuovo.
Il Presidente Percoco ha 20 giorni di tempo per la convocazione dell’Assise.

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