giovedì 12 giugno 2008

* Libro 50° della Flacca

I 50 anni della Flacca in un volume della Provincia
Domani venerdì 13, alle ore 17.30, presso la ex chiesa di S. Maria Assunta in Cielo, a Sperlonga, il presidente della Provincia Armando Cusani presenterà il volume che ricorda i primi 50 anni della via Litoranea Flacca (La via Litoranea Flacca. 1958 - 2008, a cura di Pier Giacomo Sottoriva).
La strada, che ruppe per la prima volta l'isolamento in cui si trovavano le città di Sperlonga e di Gaeta, e che apriva alla fruizione anche le fasce litoranee dei Comuni di Fondi, Monte San Biagio e Itri, immettendo aree turisticamente di grande pregio sul mercato turistico, fu realizzata in pochi anni, insieme all'intero asse viario
Roma-Latina (Pontina), Latina-Terracina (Mediana) e Terracina-Gaeta alternativo all'antico percorso dell' Appia. Fu un'operazione che parti dalla iniziativa del Comune di Gaeta, che trovò nel sindaco Pasquale Corbo uno strenuo e battagliero promotore, e che vide impegnate tutte le forze politiche della Provincia (quasi tutti i progetti riportarono l'unanimità dei consensi nel Consiglio provinciale dell'epoca) in una grande sinergia. Il progetto venne poi finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno e affidato per la realizzazione all' Amministrazione provinciale. Il progetto venne firmato dal giovanissimo ingegnere Gastone Maresca, poco più che trentenne Ordinario della cattedra di Costruzioni stradali alla Sapienza di Roma: Maresca ebbe la sventura di essere investito ed ucciso alle porte di Latina dopo qualche anno, e la direzione dei lavori e alcune soluzioni progettuali furono, cosi, assunte dall'ingegnere Emo Bellante, che fu anche autore della scoperta del deposito archeologico della c.d. Grotta di Tiberio a Sperlonga. Con Bellante e Maresca collaboro l'ingegnere Giuseppe Carollo di Gaeta.
La nuova strada conseguiva una serie di risultati: abbreviava il percorso, liberava l'asse Roma-Napoli (poi completato al di là del Garigliano dalla SS Domitiana IV) dall’attraversamento di alcuni centri (Fondi e Itri, in particolare), e apriva al turismo paesaggi straordinari.
La storia di quella grande opera - oggi passata alla competenza dell' Astral, la società della Regione che gestisce un consistente numero di strade - è stata ricostruita da Pier Giacomo Sottoriva, che si è avvalso della mole documentaria della Provincia conservata presso l'Archivio di Stato di Latina, ma che ha anche potuto consultare altri documenti - scritti e fotografici - preziosi presso archivi privati, come quello della famiglia Bellante, del professor Corbo, del Centro storico culturale “Gaeta”, del Comune di Gaeta, e di altri.
Il racconto si svolge partendo dalla situazione del dopoguerra nel sud della provincia, l'indomani della fine della guerra e ripercorre documentalmente il cammino compiuto dal progetto, incluso il tratto della Mediana Latina ­Terracina, fino al finanziamento. Vengono poi rievocate la vicende relative ai diversi stralci appaltati, ed in particolare quelli tecnicamente più impegnativi, come il tratto da Sperlonga a Sant' Agostino di Gaeta, nel quale dovettero essere aperte quattro gallerie.
Una serie di episodi, in parte curiosi, in parte drammatici (come la morte di due operai nel tunnel dello Scarpone e al Malopasso) integrano la cronaca, che viene conclusa con la realizzazione del proseguimento della Fiacca attraverso la strada Litoranea fino a Formia. Per quest'ultimo tratto esplosero polemiche considerevoli, sia perché una consistente corrente di opinione era ostile all'attraversamento a mare, preferendo ad esso (fin da allora) una strada pedemontana, che avrebbe provocato minori dissesti urbani; sia perché non è mai stato onorato l'impegno che lo Stato si era assunto di creare un parco archeologico urbano a salvaguardia dei numerosi siti archeologici che la nuova Litoranea di Formia attraversò (villa Peschillo, villa Rubino, il muro di Nerva, le piscine portuali. ecc.).
La Flacca servì anche a riportare alla luce ed al godimento universale il sito archeologico di Sperlonga, e a far realizzare il Museo archeologico nazionale che ospita i reperti provenienti dalla “grotta” e dalla villa imperiale: questa parte del racconto è affidata all'allora Direttore archeologico professor Baldo Conticello e all'attuale dirigente, dottoressa Nicoletta Cassieri che, con una ricca documentazione, raccontano le vicende che investirono Sperlonga, Gaeta e Formia. Un ricco apparato fotografico d'epoca completa la documentazione.

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