domenica 27 gennaio 2008

* Provincia di Latina

“L’assessora Rodano…insiste”
“Attrattori Culturali”… virtuali


Nel corso degli anni 2006 e 2007 l’assessore regionale alla cultura, Giulia Rodano, ha predisposto e sottoscritto insieme al Ministro ai Beni Culturali due APQ (Accordi di Programma Quadro) per oltre 80 milioni d’euro, in derisione delle più elementari regole delle procedure di programmazione negoziale con le province e con gli enti locali e territoriali, stabilite da precise disposizioni del CIPE.
Gran parte questi finanziamenti sono stati assegnati per opere e progetti cosiddetti “funzionali e connessi agli Attrattori Culturali”, individuati in asceta solitudine dalla Rodano.
Sta di fatto che gli “Attrattori Culturali” di cui parla l’assessore regionale, a tutt’oggi, non trovano alcun fondamento normativo e regolamentare a livello regionale.
Praticamente, benché finanziati, gli “Attrattori” non esistono formalmente. Infatti, al di là di un semplice articolo inserito nelle legge finanziaria regionale del 2006, non esiste allo stato attuale nessuna disciplina normativa e nessuno strumento di regolazione che definiscono la delimitazione delle aree e le modalità di accesso ai finanziamenti.
Qualcuno a livello regionale dovrebbe in modo definitivo spiegare all’assessore, che gli “Attrattori Culturali” sono “equiparati” ai progetti di programmazione di “Area Vasta”.
Questi devono essere ben definiti territorialmente e rispondenti a precisi criteri e parametri economici e socioculturali, le cui competenze di coordinamento sono principalmente assegnate alle province dal Titolo V° della Costituzione Repubblicana.
Allo stato attuale gli “Attrattori Culturali“ di cui si bea l’assessora Rodano, non sono altro che semplici elenchi della spesa, da allungare o accorciare secondo le convenienze politiche del momento.
In tal senso i finanziamenti assegnati a Formia e Gaeta, nell’ambito dell’Attrattore di Fossanova (sic!), sono esempi concreti ed eclatanti del nostro ragionamento politico.
Ma oltre alle procedure ed ai metodi, inaccettabili, questo criterio politico di governare della sinistra sta creando notevole confusione e gravi sovrapposizioni, rispetto ad altri progetti e strumenti di programmazione territoriale già definiti e approvati a livello locale dalla stessa Regione Lazio nei settori: dei Beni culturali e ambientali (vedi per esempio le Aree di Programmazione Integrata (L.R40/99, le Aree FAS, i Sistemi Locali definiti dall’ex Obiettivo 2, la L.R. 29/97 sui Parchi e le riserve naturali del Lazio, la legge regionale 1/2001 per la valorizzazione del litorale).
Se a tutto questo aggiungiamo i nuovi Sistemi Turistici Locali, che dovranno essere individuati a breve, in virtù della nuova legge regionale sul turismo, gli amministratori degli enti pubblici territoriali del Lazio rischiano davvero di cadere nella confusione più totale.
Questi, dunque, i risultati di un governo regionale disarticolato, confuso e accentratore, che vuole gestire da Roma i territori locali senza confronto e conoscenza dei problemi reali.
E’ questa la prova incontrovertibile che alla Regione Lazio i concetti del decentramento, della Programmazione territoriale e finanziaria rappresentano solo slogan vuoti e propagandistici.
Infine, dobbiamo rilevare ancora una volta, per completezza d’informazione, che le dichiarazioni vanagloriose rese alla stampa in questi ultimi giorni dalla Rodano, riguardo alle avvenute concertazioni con gli Enti Locali sui Beni culturali e sugli Attrattori Culturali, non trovano alcun riscontro documentale nelle carte ufficiali e quindi sono completamente prive di ogni serietà e credibilità politica e amministrativa.
Everardo Longarini portavoce di Armando Cusani (nella foto) Presidente della Provincia di Latina.

Nessun commento: