domenica 2 marzo 2008

* PARTE L'ESPERANTO

Parte, a San Pietro Infine
(Caserta), l’esperanto

Ha costituito un momento cordiale e appassionante, l’“Incontro sull’Esperanto”, che si è tenuto il 1° marzo a San Pietro Infine (Caserta). Seguiti con attenzione e partecipazione gli interventi che si sono succeduti. Maurizio Zambardi, Presidente dell’Associazione “Ad Fexum”, introducendo i lavori, ha parlato delle numerose e notevoli attività dell’Associazione, in particolare nel campo della cultura.
Amerigo Iannacone, scrittore e docente di esperanto, ha presentato l’esperanto, ha spiegato che cos’è e quali sono i motivi per cui si dovrebbe adottare come lingua di comunicazione internazionale. Motivi che si possono riassumere fondamentalmente in questi punti essenziali: 1) La neutralità. Quindi una lingua che affiancandosi a quella nazionale, per la comunicazione sovrannazionale, non privilegia e non mortifica nessuno, perché mette tutti sullo stesso piano. 2) L’estrema facilità, essendo il sistema grammaticale composto di solo sedici regole senza nessuna eccezione. 3) La duttilità che ne consente l’adozione in qualsiasi ambiente, dall’uso quotidiano a quello letterario, dal linguaggio tecnico-scientifico a quello dell’ufficialità.
Nino Vessella, di Latina, insegnate di inglese e autore di vari libri, tra i quali una grammatica dell’esperanto in lingua swahili, e, in rete, un Corano con la traduzione in esperanto, ha fatto un po’ di esempi di come funziona la lingua e del suo sistema di lingua “agglutinante”, che consente utilizzare in modo creativo gli affissi e gli altri elementi morfologici in modo da rendere qualunque sfumatura di significato.
Molto interessante e anche particolarmente piacevole l’intervento di Renato Corsetti, Presidente della Federazione Italiana di Esperanto, e autore di parecchi libri, tra i quali “Lingua e Politica”, “Discriminazione”, ed altri libri di psicolinguistica. Corsetti è uno che segue da sempre le connessioni tra le idee politiche ed i riflessi sulle scelte linguistiche a livello nazionale ed internazionale. Nel suo intervento sul tema, già di per sé stuzzicante, «Stive mmiez’ a tre o quatto sciantose e parlave francese...: - identità e lingua in Italia nell’anno internazionale delle lingue», ha parlato delle mode che ci spingono sempre a seguire la lingua del vincitore. Cosí come una volta era in voga il francese e ci si atteggiava di conseguenza (“stive mmiez’ a tre o quatto sciantose e parlave francese”), oggi si imitano, a tutti i livelli, i modi americani.
Un saluto ha portato il poeta Nicolino Rossi, sanmarinese che vive da decenni a Napoli, e scrive in esperanto.
Erano presenti anche, tra gli altri, il poeta formiano Giuseppe Napolitano e il campobassano Antonio De Cristofaro.
È seguito un interessante dibattito, con vari interventi da parte del pubblico in sala, con domande ed esaurienti risposte.
È stato quindi presentato il corso gratuito di esperanto che si terrà a San Pietro, a partire da sabato 8 marzo, ed è articolato, come corso base, in cinque lezioni a scadenza settimanale. Già parecchie sono state le iscrizioni al corso, che comunque è aperto a tutti e chiunque è interessato, o anche semplicemente incuriosito, si trovi sabato 8, alle ore 16, a San Pietro presso la sede dell’Associazione “Ad Flexum” (Via Porzese, n. 4 - 81050 San Pietro Infine).
Per informazioni: 0823901361, e-mail: maurizio.zambardi@libero.it


Un esempio di traduzione in esperanto che può dare un’idea della duttilità della lingua.
Pianto antico
L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdí tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol piú ti rallegra
né ti risveglia amor.
Giosuè Carducci



Antikva ploro
Arb’ kien etendiĝis
via manet’ adora,
granato verdkolora
je ruĝa florornam’,
ĵus tute reverdiĝis
en la ĝardeno sola,
varmigas ĝin konsola
junia luma flam’.
Vi, flor’ de mia planto
batita kaj velkanta,
de mia vivo vanta
unika florornam’,
en frosta grundo dormas,
vin kovras nigra humo,
nek vin ĝojigas lumo,
nek vin revekas am’.
Giosuè Carducci
(traduzione in esperanto di E. De Montagu)

Nessun commento: