FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA
Unione Nazionale Cronisti Italiani
Intercettazioni:
Unione Nazionale Cronisti Italiani
Intercettazioni:
i rappresentanti della categoria difendono
il diritto di informazione
LA COMMISSIONE GIUSTIZIA ASCOLTA
LA COMMISSIONE GIUSTIZIA ASCOLTA
LE RAGIONI DEI CRONISTI
Indagini giudiziarie: i cittadini devono sapere.
Indagini giudiziarie: i cittadini devono sapere.
Inammissibile non dare notizie per anni
I cronisti sono i portavoce del diritto della comunità a sapere, non rivendicano un diritto da corporazione. La storia del nostro paese sarebbe diversa, in peggio, se i giornalisti non avessero indagato e scritto su molte vicende e su molti reati. Le manifestazioni in piazza svolte in mezza Italia indicano che i cittadini sostengono la libertà di stampa. Già contro la Mastella la categoria ha scioperato perché i richiami alla riservatezza dei potenti sono fuori luogo: il concetto della privacy va usato per altro. La autoregolamentazione è il sistema più incisivo per garantire che la stampa non superi i limiti della correttezza, richiamati anche dal Presidente della Repubblica Napolitano. Sanzioni penali o pecuniarie pesanti sono pericolose perché soffocano la libertà di stampa. Lo stesso rischierebbe di accadere con sanzioni a carico degli editori che potrebbero invitare direttori e giornalisti ad “essere prudenti”.
Sono le posizioni, contenute nella perorazione finale del presidente della Fnsi Roberto Natale, su cui si sono attestati i rappresentanti della categoria nella audizione alla Commissione Giustizia della Camera che si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 30 luglio. La delegazione era composta anche da Guido Columba, presidente dell’Unci, Lorenzo Del Boca ed Enzo Iacopino, presidente e segretario dell’Ordine dei giornalisti, e dal segretario generale Franco Siddi.
Nel corso della audizione, durata oltre un’ora e mezza, i rappresentanti della categoria hanno sostenuto, in particolare con Del Boca, che il disegno di legge presentato dal governo ha un chiaro intento punitivo nei confronti dei giornalisti e di difesa dei politici e dei potenti; che le notizie non possono essere nascoste per sempre; che il confine temporale per poter dare le notizie è quello della comunicazione di garanzia all’indagato; che sarebbe una legislazione non in linea con l’Europa e con le indicazioni della Corte Europea dei diritti; che la verifica del rispetto delle norme deontologiche deve essere accelerata come l’Ordine richiede da tempo nell’ambito della riforma.
Columba ha sottolineato che nella relazione ai disegni di legge – oltre a quello del governo, ne hanno presentati il deputato di An Manlio Contento, e Lanfranco Tenaglia del Pd con contenuti non solo negativi - la presidente della Commissione, Giulia Bongiorno, ha affermato che la legge deve tutelare le indagini della magistratura e la riservatezza delle persone mentre ha trascurato un terzo fondamentale aspetto: il diritto della collettività a sapere quello che accade in modo completo, corretto e tempestivo, un diritto tutelato dalla Costituzione. Il presidente dell’Unci ha poi elencato i punti peggiori del disegno di legge del governo che annullerebbero la libertà di informazione e il diritto-dovere di cronaca: il divieto assoluto di pubblicare atti dell’indagine preliminare anche nel riassunto o nel contenuto anche quando non esista più il segreto; il segreto apposto non solo agli atti di indagine ma anche alle attività di magistrati e polizia giudiziaria; l’impossibilità di pubblicare il contenuto di intercettazioni legittimamente realizzate; la possibilità di dare notizie solo dopo l’udienza preliminare, cioè ad anni di distanza dagli avvenimenti; l’obbligo di pubblicare smentite senza commento anche quando contengano palesi falsità o calunnie e diffamazioni.
Siddi ha detto che la grandissima maggioranza delle intercettazioni pubblicate lo sono state nel rispetto della legge; che il segreto giudiziario deve avere tempi ben precisi; che il ddl del governo ha un taglio coercitivo e censorio per comprimere la funzione della stampa; che i cittadini devono sapere tutti i fatti che accadono, anche quelli scomodi; che le indagini giudiziarie richiedono notizie; che occorre cercare un equilibrio tra una giustizia giusta e una stampa libera.
Sono quindi intervenuti i deputati Palomba, Mantini, Contento, Tenaglia, Saperi, Rao, Zaccaria, Capanno, Rossomando, Ferranti, e la stessa presidente Buongiorno che hanno posto varie domande ed espresso opinioni.
I rappresentanti dei giornalisti hanno annunciato che invieranno alla Commissione anche dei testi scritti per sostenere le ragioni della libertà di stampa.
Le manifestazioni in giro per l’Italia – che hanno già toccato Venezia, Roma, Viareggio, Bolzano, Trento, Milano, Napoli, Senigallia – sono aggiornate a fine agosto: riprenderanno da Sabaudia, Firenze, Cagliari, bari, Trieste.
SEGUITE L’ATTIVITA’ DELL’UNCI SUL SITO Unione Cronisti
Sono le posizioni, contenute nella perorazione finale del presidente della Fnsi Roberto Natale, su cui si sono attestati i rappresentanti della categoria nella audizione alla Commissione Giustizia della Camera che si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 30 luglio. La delegazione era composta anche da Guido Columba, presidente dell’Unci, Lorenzo Del Boca ed Enzo Iacopino, presidente e segretario dell’Ordine dei giornalisti, e dal segretario generale Franco Siddi.
Nel corso della audizione, durata oltre un’ora e mezza, i rappresentanti della categoria hanno sostenuto, in particolare con Del Boca, che il disegno di legge presentato dal governo ha un chiaro intento punitivo nei confronti dei giornalisti e di difesa dei politici e dei potenti; che le notizie non possono essere nascoste per sempre; che il confine temporale per poter dare le notizie è quello della comunicazione di garanzia all’indagato; che sarebbe una legislazione non in linea con l’Europa e con le indicazioni della Corte Europea dei diritti; che la verifica del rispetto delle norme deontologiche deve essere accelerata come l’Ordine richiede da tempo nell’ambito della riforma.
Columba ha sottolineato che nella relazione ai disegni di legge – oltre a quello del governo, ne hanno presentati il deputato di An Manlio Contento, e Lanfranco Tenaglia del Pd con contenuti non solo negativi - la presidente della Commissione, Giulia Bongiorno, ha affermato che la legge deve tutelare le indagini della magistratura e la riservatezza delle persone mentre ha trascurato un terzo fondamentale aspetto: il diritto della collettività a sapere quello che accade in modo completo, corretto e tempestivo, un diritto tutelato dalla Costituzione. Il presidente dell’Unci ha poi elencato i punti peggiori del disegno di legge del governo che annullerebbero la libertà di informazione e il diritto-dovere di cronaca: il divieto assoluto di pubblicare atti dell’indagine preliminare anche nel riassunto o nel contenuto anche quando non esista più il segreto; il segreto apposto non solo agli atti di indagine ma anche alle attività di magistrati e polizia giudiziaria; l’impossibilità di pubblicare il contenuto di intercettazioni legittimamente realizzate; la possibilità di dare notizie solo dopo l’udienza preliminare, cioè ad anni di distanza dagli avvenimenti; l’obbligo di pubblicare smentite senza commento anche quando contengano palesi falsità o calunnie e diffamazioni.
Siddi ha detto che la grandissima maggioranza delle intercettazioni pubblicate lo sono state nel rispetto della legge; che il segreto giudiziario deve avere tempi ben precisi; che il ddl del governo ha un taglio coercitivo e censorio per comprimere la funzione della stampa; che i cittadini devono sapere tutti i fatti che accadono, anche quelli scomodi; che le indagini giudiziarie richiedono notizie; che occorre cercare un equilibrio tra una giustizia giusta e una stampa libera.
Sono quindi intervenuti i deputati Palomba, Mantini, Contento, Tenaglia, Saperi, Rao, Zaccaria, Capanno, Rossomando, Ferranti, e la stessa presidente Buongiorno che hanno posto varie domande ed espresso opinioni.
I rappresentanti dei giornalisti hanno annunciato che invieranno alla Commissione anche dei testi scritti per sostenere le ragioni della libertà di stampa.
Le manifestazioni in giro per l’Italia – che hanno già toccato Venezia, Roma, Viareggio, Bolzano, Trento, Milano, Napoli, Senigallia – sono aggiornate a fine agosto: riprenderanno da Sabaudia, Firenze, Cagliari, bari, Trieste.
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