giovedì 24 luglio 2008

* Formia - Ass. L'Aquilone

Riceviamo e pubblichiamo


Egregio Signor Sindaco,

L’Aquilone-onlus, Associazione di Promozione Sociale che rappresento, come ha avuto modo senz’altro di appurare, non ha “santi patroni” in grado di ‘miracolare’ i suoi ‘poveri cristi’ disabili, eliminando in loro lo stigma del disagio psico-sociale e dando serenità ai loro familiari.

Purtroppo, allo stesso modo, non ha ‘padrini e protettori’ che possano calare dall’alto i cosiddetti ‘panarelli’ per cercare di evitare il dissesto economico e finanziario dell’Associazione stessa.

L’Aquilone esiste, ed è una realtà dentro la quale i disabili, gli operatori, i volontari, e i familiari si sforzano di creare solidarietà e condivisione in una società che tenta in tutti i modi di emarginare e di escludere i deboli, e i deboli non protetti politicamente.
Troppo spesso ai tavoli di concertazione e di lavoro sulle tematiche sociali l’Aquilone non viene invitata anche se si è sempre pronti a svolgere il servizio e l’impegno con professionalità e amore.

Ove l’Amministrazione Comunale, o la Provincia di Latina, o la Regione Lazio dovessero prendere a riferimento un’unica realtà per il servizio agli esclusi, agli anziani e ai disabili ciò sarebbe causa di un’ ulteriore frammentazione e strumentalizzazione nel mondo del disagio sociale, tutto a scapito di quelle persone e di quelle famiglie che quotidianamente vivono nell’angoscia e nella disperazione.

Sono felice di apprendere dell’impegno sociale di alcuni personaggi politici locali, ma questo dovrebbe avvenire nella trasperanza, nello spirito dell’aggregazione e mai nell’interesse del singolo o di una sola struttura..

In considerazione poi della situazione socio-economica dell’Aquilone, l’Associazione oggi si vede costretta ad una ristrutturazione, applicando numerosi licenziamenti e la conversione delle altre tipologie contrattuali.
Questo è paradossale: l’Aquilone che da anni lavora per cercare di eliminare il disagio sociale e di aiutare i più deboli, oggi sta creando suo malgrado dei disagiati in più, andando a licenziare i suoi dipendenti, tutti preziosi ed ognuno di essi con una propria storia di professionalità e soprattutto di amore che li lega ai “ragazzi”, con storie e percorsi di vita a volte difficili, a volte disperati.
E ….. allora come fare?
Come fare per non perdere gli ideali, i valori, cui l’Associazione ha sempre creduto e soprattutto come fare per non far perdere ai disabili e ai loro genitori la speranza in un futuro migliore?
Mi chiedo, dove sono i loro diritti a vivere una vita dignitosa?
E mi chiedo, quale ‘Santo protettore’ ( Vescovo, Sindaco, Assessore) poter incontrare per fare in modo che il diritto di un debole ‘non raccomandato’ politicamente possa essere lo stesso del debole ‘privilegiato’?
Quale ‘Santo protettore’ dover pregare perché venga concesso loro come ‘favore’ ciò che per altri è un diritto?
Bisogna continuare a fare la guerra fra poveri?
E voi….. ve la sentite di stare a guardare?
Mi faccio portavoce dell’urlo disperato, di dolore e di amarezza che viene dal mondo disperato dell’Aquilone, di quanti con me hanno creduto e ancora credono in questa meravigliosa esperienza, di quanti amano e sempre ameranno Antonio, Angelo, Annamaria, Francesco, Graziella, Gianni, Daniele, Emanuele, Anna, Antonio, Tonino, Lucia, Eugenio e i loro familiari.
Oggi saranno i dipendenti ad andare via e domani a chi toccherà? Ai disabili?
Da sempre l’Aquilone è stato impegnato sul territorio nella promozione sociale e numerose sono state le iniziative, i convegni, i corsi di formazione volti a promuovere la solidarietà, a rendere più consapevole la cittadinanza e soprattutto i giovani che esistono degli esclusi che sentono il bisogno di entrare come cittadini attivi nel tessuto sociale.
Purtroppo oggi la cittadinanza di Formia sta assistendo ad una storia che porta alla deriva la solidarietà sociale e uccide la speranza: una storia di favoritismi, di privilegi, di ingiustizie.
Vorrei che questa mia lettera arrivasse come un ultimo grido di speranza a tutti Voi.
In fondo ciò che chiedo è una maggiore partecipazione dell’Aquilone alla vita sociale di Formia, a tutte quelle iniziative che possano apportare nuova linfa vitale e di solidarietà al tessuto sociale ii questo difficile settore.
Non emarginate l’esperienza , non uccidete la speranza e la solidarietà.
Aiutate l’Aquilone a volare in alto perché finalmente a Formia sia festa per tutti, nessuno escluso.
PRESIDENTE
Prof. Dr. Salvatore Gentile

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