martedì 22 luglio 2008

* Provincia contro Regione

“GARANTISTI E DEMOCRATICI A SENSO UNICO”

Sì, è vero: la Provincia di Latina è contro la Regione Lazio.
Lo è per il rispetto delle procedure, delle leggi vigenti, contro ogni forma di sopruso politico e amministrativo posto in campo dagli attuali gestori pro tempore, nell’esclusiva tutela degli interessi e della dignità dei cittadini della Provincia di Latina.
Questi sono i motivi cardine per i quali da oltre tre anni la Provincia si oppone a Marrazzo e al suo governo di sinistra.
Questo percorso, non strumentale o ideologico è al di là delle chiacchiere fine a se stesse, e lo si può constatare negli atti ufficiali e nelle sentenze che emettono gli organi di giustizia: tutte, sino ad oggi, in favore della Provincia di Latina.
Ribadito punto su punto nei giorni scorsi le accuse riguardanti i consorzi di bonifica, oggi rilanciamo la sfida al caparbio Filiberto Zaratti con un altra prova che testimonia, carte alla mano e non a chiacchiere, la verità su un altro sopruso (uno dei tanti) che la Regione Lazio tenta di imporre alla Provincia di Latina: la vicenda del Parco Regionale “Riviera di Ulisse”.
Antefatto
La Provincia di Latina e i Comuni di Minturno, Formia, Gaeta e Sperlonga; facenti parte del Parco Riviera d’Ulisse, avevano, da oltre due anni, eletto democraticamente i loro rappresentanti come previsto dalla normativa regionale vigente.
Tuttavia la Regione Lazio, invece di insediare i membri indicati dagli Enti Locali negli Organi di Gestione del Parco, ha preferito procrastinare le nomine con la pia speranza di poter cambiare i numeri e gli equilibri politici in favore del centro-destra locale.
Una Regione responsabile avrebbe dovuto operare una giusta e corretta mediazione politico-istituzionale con la Provincia e con gli Enti Locali per arrivare ad una soluzione istituzionale che consentisse il normale insediamento degli Organi di gestione.
Marrazzo e Zaratti hanno preferito, invece, imporre la loro arroganza politica e quindi il commissariamento, prevaricando così le autonomie locali.
Il risultato di questa sciagurata politica regionale ha portato, di fatto, alla paralisi gestionale e programmatica dell’Ente Parco.
Infatti, a distanza di oltre due anni il Parco della Riviera di Ulisse si trova senza Organi di governo mentre le attività gestionali e programmatiche sono praticamente paralizzate.
Lo scopo ultimo della Regione era ed è quello di rimettere in discussione le nomine effettuate democraticamente dai Comuni, dagli Enti territoriali e dalla Provincia solo al fine di “giustificare” la permanenza della figura del Commissario attuale, chiara espressione politica militante nella sinistra regionale.
Lo svolgimento degli accadimenti attraverso le carte processuali
L’avvocatura della Provincia incaricata dal Presidente Armando Cusani si costituisce in giudizio ricorrendo al Tar del Lazio, il quale nella seduta del 27 luglio 2007 emette la seguente ordinanza (testuale): ”…Ritenuto che i ricorso presenti profili di fondatezza in relazione alla impugnazione della nota del 14 giugno 2007 del Direttore della direzione regionale ambiente e corporazione tra i popoli; ritenuto in particolare che:
a) tale nota, in quanto preclusiva del perfezionamento della nomina dei membri del consiglio direttivo dell’ente parco designati dalla “comunità” (conseguentemente dell’insediamento del medesimo organo), non ha valore di atto endoprocedimentale ed è pertanto impegnabile;
b) il rifiuto della regione di dar seguito alla designazione operata dalla “comunità” non appare giustificato atteso che tale designazione è avvenuta in applicazione del regolamento interno (oltretutto approvato all’unanimità dagli enti partecipanti al parco9, che risulta attualmente i vigore e la cui compatibilità con l’articolo 16 della legge regionale 6 ottobre 1997, n.29 non è stata contestata dalla regione;
ritenuto, infine, che – nelle more dell’insediamento del consiglio direttivo – la sostituzione del commissario straordinario dimissionario costituisse un atto sostanzialmente dovuto, cosicché non sussistono i presupposti per la sospensione del decreto del Presidente della regione, accoglie in parte l’istanza di tutela cautelare e, per l’effetto, sospende l’efficacia della nota del 14 giungo 2007 del Direttore della direzione regionale ambiente e cooperazione tra i popoli”.
A questa prima ma sostanziale sconfitta la Regione Lazio dell’imperturbabile e democratico, Filiberto Zaratti, non fa una piega e non muove foglia.
In altre parole non dà disposizioni affinchè sia disposta l’immediata costituzione del Consiglio Direttivo del Parco Regionale Riviera di Ulisse, nel rispetto delle degnazioni effettuate ai sensi dell’art. 14 comma 6 della Legge regionale n.29/97.
Anzi, all’ esortazione dell’avvocatura della Provincia di Latina del 1° agosto 2007 di ottemperare all’ordinanza del Tar del Lazio, presieduto nell’occasione dal Presidente Franco Bianchi, risponde con una lettera il 10 agosto 2007, nella quale il Vicario del Direttore del Dipartimento Territorio della Regione Lazio scrive: “…Con la presente si comunica che è intenzione di questa amministrazione adire il Consiglio di Stato avverso l’Ordinanza del Tar del Lazio n.519/2007”. Fine delle trasmissioni.
La battaglia di legalità continua e a condurla è la Provincia di Latina, non certo la Regione Lazio di Marrazzo e del verde assessore Zaratti.
Regione Lazio e Provincia di Latina si ritrovano per lo stesso problema il 22 gennaio 2008 davanti alla Sezione Quinta del Consiglio di Stato, il quale, ordinanza n.372/08, rigetta il ricorso (n.9087/2007) della Regione Lazio.
L’ennesimo ko subito nelle aule di giustizia dovrebbe consigliare al duo Zaratti - Marrazzo rispetto per le sentenze e soprattutto della democratica volontà espressa dagli enti territoriali della Provincia di Latina nel nominare il Consiglio direttivo del Parco Regionale Riviera di Ulisse.
“Le orecchie dei mercanti regionali”
Una pia illusione perché dal 22 gennaio 2008 ad oggi la Regione Lazio, come scrivono gli avvocati della Provincia, “… Ha fatto orecchie da marcante all’una e all’altra sentenza - ordinanza cautelare…”, e chiedono al Presidente Cusani istruzioni circa le nuove iniziative da assumere.
Constatata l’ottusità dei comportamenti e la cronica sordità politica posta in campo dai massimi esponenti di governo della Regione Lazio, alla Provincia di Latina non rimarrà altro nei prossimi giorni di chiedere ai suoi legali di far adempiere, nelle ulteriori forme che la legge prevede, alle decisioni emanate dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato, e di procedere penalmente nei confronti di tutti coloro che con il loro comportamento non hanno fatto rispettare le ordinanze emesse.
Con buona pace di tutti i democratici e garantisti di sinistra della Regione Lazio e della provincia pontina.

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