giovedì 26 giugno 2008

* Gaeta-Giochi del Mare

GAETA ABBRACCIA LA NAZIONALE DI TIRO A VOLO
IL CAMPIONE DEL MONDO D’ANIELLO:
«GENTE SPLENDIDA, SPERO DI TORNARE PRESTO»


Due colpi in rapidissima successione. Una volta, due, tre… Il Molo Santa Maria di Gaeta già gremito di curiosi, trattiene il fiato e osserva lui, il Campione del Mondo, mandare in frantumi, a due a due, i piattelli lanciati dalla macchinetta. E Francesco D’Aniello, un anno dopo la conquista del titolo iridato e fresco del premio speciale ricevuto dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ripaga tutti con la sua semplicità, la sua disponibilità e, soprattutto, la sua classe immensa.
Gaeta e i “Giochi del Mare” come prova generale in vista dell’appuntamento olimpico di Pechino, al quale D’Aniello ha conquistato per primo, tra gli azzurri, il diritto a partecipare nella specialità del “double trap”. «Le Olimpiadi rappresentano il sogno di qualunque sportivo, un desiderio che si impadronisce di ogni pensiero e moltiplica le risorse mentali necessarie a fare bene», riflette l’iridato di Nettuno.
Francesco D’Aniello è l’antipersonaggio per eccellenza. Poche parole, molti sguardi eloquenti e, soprattutto, i fatti. Che, nella fattispecie, significa spappolare i piattelli, calato in un isolamento di concentrazione che può essere rotto, solamente al termine della serie, dall’applauso liberatorio del pubblico. Proprio come è successo anche a Gaeta. «Non mi aspettavo tanta gente – dice D’Aniello guardandosi attorno incuriosito forse più dei tanti accorsi per vederlo all’opera da vicino – e sono sorpreso e contento dell’accoglienza che hanno riservato ed ai miei compagni di Nazionale».
Bambini, adulti e perfino donne gli si avvicinano: lo speaker ha ripetuto più volte il suo nome ed il possesso del titolo e tutti si complimentano. Fucile aperto appoggiato su una spalla, il Campione chiede «sei proprio sicuro?» ad un ragazzino che gli chiede l’autografo e tra una pacca sulla spalla ed una stretta di mani si fa un augurio: «Chissà che questo entusiasmo inatteso non mi porti fortuna a Pechino».
Cosa c’entra la fortuna? Non era una questione di concentrazione e di abilità e precisione? «La fortuna c’entra sempre – risponde con un sorriso – basta un leggero colpo di vento improvviso e la gara prende una strada diversa»
L’abbraccio di Gaeta gli trasmette sensazioni positive: «Arrivare in zona medaglia è dura. Non prometto niente, anche perché non è nel mio stile, ma sento di poter fare una bella figura». «Macché – gli urla una signora non più giovanissima – ti aspettiamo qua per festeggiare l’oro». «Gaeta è una bellissima città e i suoi abitanti straordinari – prova a glissare D’Aniello – Prometto che ci tornerò sicuramente».
Da perfetto sportivo, la parola “medaglia” resta tabù. Ma se serve davvero a fare di nuovo festa, ben venga anche la scaramanzia.
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