giovedì 3 aprile 2008

* Cosa fare-Confcommercio

FIPE Confcommercio
L’AGENDA DELLE “COSE DA FARE” PER L’ITALIA
250.000 bar, ristoranti, mense, discoteche, stabilimenti balneari. E’ il sistema di imprese più numeroso e capillare del Paese: sta sul territorio, dà sicurezza ai cittadini, unisce l’Italia.
Oltre 1 milione di lavoratori tra titolari, coadiutori familiari e lavoratori dipendenti, in prevalenza donne e giovani. Uno dei cinque più importanti settori di occupazione; il primo in assoluto per ore medie lavorate. Tanta gente che lavora fianco a fianco, giorno e notte.
Ogni giorno 30 milioni di persone si incontrano in un bar, in un ristorante o in una mensa, si scambiano opinioni, parlano anche di politica. Un network reale (e non virtuale) sul quale si sviluppa la democrazia e la libertà d’opinione.
Conosciamo perciò bene quello che la gente, noi e i nostri consumatori, pensano della politica e cosa si aspettano da chi vincerà le prossime elezioni.
Per questo abbiamo deciso di rendere pubblici i nostri bisogni, le nostre attese e i valori in cui crediamo, scrivendo ciò che è essenziale e possibile in un’Agenda delle cose da fare per l’Italia.
LAVORO E POTERE D’ACQUISTO
Gli italiani si stanno impoverendo di anno in anno. I salari dei lavoratori ed i redditi della piccola impresa sono i più bassi d’Europa. Per questo il potere di acquisto si riduce e i consumi ristagnano.
Chiediamo perciò di ridurre la tassazione sul lavoro cominciando subito dagli straordinari e dagli incentivi, proseguendo su tredicesime e quattordicesime e sugli aumenti contrattuali, per mettere più danaro nelle buste paga, per difendere gli stretti margini delle piccole aziende ed evitare che il mercato si fermi.
Serve, inoltre, restituire subito alle famiglie una parte della ricchezza (almeno mezzo punto di PIL) sottratta per abbattere il deficit pubblico più di quanto richiesto da Bruxelles. Migliorare il rapporto deficit/pil è importante ma a chi serve se la cura rischia di uccidere il malato?
E’ anche necessario avviare un altro ciclo di privatizzazioni e liberalizzazioni, a cominciare dalla vendita del patrimonio pubblico non indispensabile alla sicurezza dello Stato.
TASSE E CONSUMI
Le nostre imprese e i lavoratori pagano entrambi le tasse. Ma ci sono almeno 200 miliardi di ricchezza che il fisco ignora e che sono guadagnati illegittimamente da chi non le paga per niente o da chi lavora abusivamente. Anche bar e ristoranti sono vittime delle “false” attività di pubblico esercizio.
E invece di indagare le “false” aziende , nei nostri locali le stesse cose sono controllate più volte anche nella stessa settimana. Questo vale per il fisco, per il lavoro, per la sanità, eccetera, eccetera.
Chiediamo una lotta all’evasione che deve essere invece mirata ed efficace, non ridotta a puro spettacolo, dove la piccola impresa è sempre presa di mira. Chiediamo anche un fisco più rispettoso del contribuente, che non sovrapponga i controlli e semplifichi le procedure, perché queste spesso costano più di quanto facciano incassare. Un esempio: si scelga una volta per tutte tra i registratori di cassa e gli studi di settore.
SICUREZZA E VITA CIVILE
Mentre, assieme alle forze dell’ordine, la rete dei bar e dei ristoranti fa la sua parte per mantenere le città più sicure e vitali, giornalmente subiamo rapine e estorsioni, siamo vittime dell’usura, di atti di vandalismo e di violenze.
Indulti, malfunzionamento della giustizia, incertezza sull’applicazione delle pene, immigrazione fuori controllo sono all’ordine del giorno e non si vede un’inversione di tendenza.
E’ indispensabile che le risorse professionali destinate alla sicurezza ma oggi confinate negli uffici vengano subito impiegate sul territorio a presidio delle strade, delle case e delle imprese.
SVILUPPO E COMPETITIVITÀ
Gestire un bar o un ristorante richiede una professionalità che non si improvvisa. L’offerta italiana in questo settore è la più qualificata, la più competitiva, la più apprezzata nel mondo.
La politica, invece, crede che sia un mestiere alla portata di tutti e autorizza chiunque ad improvvisarsi pubblico esercizio, a discapito della qualità dell’offerta e della salute dei consumatori. Il tutto avviene in nome delle facili liberalizzazioni, che consentono a chiunque di avviare o di trasformarsi in bar o ristorante, senza regole da rispettare.
Se le cose devono continuare così, allora la libertà d’iniziativa deve essere immediatamente garantita a tutti.
Anche noi vogliamo liberi orari d’apertura, vendite senza divieti di qualsiasi prodotto e di qualsiasi servizio. Vogliamo fare impresa a 360°, senza condizionamenti: l’unico vincolo che accettiamo è il giudizio del consumatore.
FUORI LO STATO DAI SERVIZI AI CONSUMATORI
E’ incredibile ma l’”impresa di stato” resiste ed ancora gestisce i servizi ai consumatori. La gestione “pubblica” di servizi “privati”, nel settore della ristorazione, continua a prosperare e a generare inefficienza, costi più alti e concorrenza sleale.
Sono migliaia le attività, anche di ristorazione, che vengono gestite con il danaro dei contribuenti per distribuire prebende, per far arricchire indebitamente i concessionari pubblici, per togliere lavoro a noi e ai nostri dipendenti
Lo Stato pensi a svolgere i suoi compiti regolatori del mercato e affidi il compito di servire il consumatore a chi è del “mestiere” e rischia in proprio.
INTERNAZIONALIZZAZIONE E TURISMO
In qualsiasi Paese le cose che non si discutono dell’Italia sono il cibo, il design e la Ferrari.
Bar e ristoranti portano in tutto il mondo le grandi tradizioni enogastronomiche e il nostro stile di vita. Lo fanno, con le loro forze, tanto le piccole quanto le grandi imprese di qualità. Siamo un volano formidabile per l’export agroalimentare, per l’industria connessa alla ristorazione, per la diffusione della cultura gastronomica e per il turismo.
Per affrontare la competizione globale ci vuole un “Progetto Paese” , che si fondi sull’interesse pubblico, fatto di azioni di marketing dedicate e di una rete formativa diffusa ed efficiente, come avviene per ogni prodotto di marca .
Lo Stato, inoltre, deve fare la sua parte nel ridurre quei costi della macchina del turismo che si ribaltano direttamente sul consumatore (IVA e canoni demaniali) e rifondare, insieme alle Regioni, la politica promozionale, evitando duplicazioni e sprechi che paghiamo tutti.
COSTRUIAMO INSIEME UN’ “AGENDA” PER L’ITALIA
* Agenda significa le cose che devono essere fatte.
* I bar e i ristoranti, i nostri luoghi d’incontro, di discussione, di opinione sono vicini alla vita della gente ma lontani da dove si decide, dalle Istituzioni, dalla politica.
* Cambiamo questa situazione
Su questa Agenda chiediamo l’opinione ed il contributo di tutti, a partire dai nostri clienti.
E non voteremo né inviteremo a votare quei partiti che non sottoscriveranno pubblicamente gli impegni che abbiamo elencato.
MA NON FERMIAMOCI QUI
* Continuiamo a discutere, a proporre, a condividere i nostri problemi.
* Mobilitiamoci perché le nostre idee, le nostre proposte, i nostri bisogni non restino lettera morta.
* Raccontiamo quello che pensiamo.
* Facciamo vedere quello che vediamo anche attraverso le immagini.
* Parliamo a tutti e facciamo parlare tutti.
COSTRUIAMO INSIEME L’AGENDA DELLE COSE DA FARE RITROVANDOCI SUL SITO:

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