martedì 1 aprile 2008

*Provincia-sicurezza sociale

LA SICUREZZA SOCIALE
IN PROVINCIA DI LATINA
Benessere e giustizia sociale sono tra gli obiettivi programmatici del presidente della Provincia Armando Cusani (nella foto), che nel settembre 2007 ha istituito una specifica delega alla Sicurezza Sociale affidata all’ex Generale dei Carabinieri Aldo Lisetti, il quale ha ricoperto incarichi di primo piano in campo militare.
Il tema della sicurezza è molto ampio ed ha mille ramificazioni in ogni campo e settore dell’attività umana e sociale, per questo il Presidente Cusani ha voluto avviare, in virtù della proposta del suo delegato, importanti ricerche per determinare quali fattori minaccino maggiormente la sicurezza sociale nel territorio pontino.
“Occorre individuare le situazioni emergenti per la nostra Provincia e per ciascuno dei 33 Comuni – sostiene il Presidente Cusani - per poi adottare misure più adeguate ed incisive anche in relazione al senso di paura e di insicurezza che avvertono le singole comunità.
Vi sono paesi che soffrono la consistente presenza d’extracomunitari, altri, invece, dove si ricerca la manodopera straniera ed, altri ancora, dove il problema sociale è costituito dalla paura di essere derubati e truffati oppure di subire aggressioni e violenze o ancora di rimanere investiti sulle strade a scorrimento veloce che attraversano i luoghi abitati.
Dunque l’esigenza avvertita in tema di sicurezza – continua il Presidente Cusani - è diversificata anche in relazione al territorio, al contesto sociale, al profilo economico-finanziario.
Ecco perché è necessario operare un’iniziale ricerca dei dati nei singoli comuni e nella provincia, in modo da disporre di informazioni quanto più vicine alla realtà”.
La Regione Lazio ha commissionato di recente uno studio ad una società specializzata che si è limitata ad intervistare in provincia di Latina 126 persone su una popolazione di oltre cinquecentomila abitanti, un numero troppo esiguo per essere attendibile la valutazione che ne consegue.
“Anche i rapporti sui dati ufficiali denunciati alle forze di polizia spesso –esordisce Aldo Lisetti - non sono pienamente soddisfacenti pur se estratti dal ‘Sistema di Indagine (SDI) della Banca Dati Interforze del Ministero dell’Interno’ perché un numero più o meno considerevole di delitti sfugge alla registrazione statistica delle Autorità competenti in quanto non vengono, per diverse ragioni, segnalati alle forze dell’ordine (ad esempio l’usura, il “pizzo”, le violenze in famiglia, etc.
Ho consultato i dati statistici degli anni passati, in particolare degli anni 2005 e 2006, rilevando un’accentuazione dei delitti da 20.457 a 21.637 con indice di delittuosità che passa da parametri di 391,7 a 412,5 ed una crescita percentuale di 5,77%.
Vi sono Comuni che hanno registrato in un anno oltre mille furti, come Aprilia, Formia, Latina (3990); circa 100 delitti contro la persona (lesioni volontarie, minacce e violenze sessuali) come Aprilia, Cisterna, Fondi, Formia, Latina (oltre 500).
Si sono registrati nel 2006 anche casi singolari in senso positivo, almeno nei piccoli Comuni: Campodimele con solo due delitti nel corso dell’anno, 15 Ventotene e 20 Rocca Massima.
Inoltre, Latina nello stesso anno è stata collocata, nella graduatoria di pericolosità delle Province italiane, al 16° posto per otto omicidi dolosi; al 26° posto per i furti in abitazione ed al 42° per le rapine consumate (196)”.
Per questi motivi è indispensabile operare innanzitutto una raccolta dati approfondita ed aggiornata, quanto più rispondente alla realtà, che registri anche il senso di pericolo e di paura delle popolazioni dei trentatrè Comuni della Provincia.
Da ciò, occorre procedere ad uno studio delle iniziative – continua il delegato Lisetti - che possano determinare un cambiamento di tendenza dei fenomeni sociali illegali e deteriori, quindi giungere all’attuazione delle misure che saranno ritenute attuabili dall’Amministrazione. In questo senso la Provincia ed in prima persona il Presidente Armando Cusani ha preso in considerazione il progetto proposto da Lisetti nella competenza di delegato alla Sicurezza sociale. I tempi non sono brevi ma, senza dubbio, la Provincia é determinata a contribuire con impegno ed in sinergia con tutti gli altri organismi, preposti alla protezione e difesa di un bene primario, a migliorare le condizioni di vita d’ogni singolo cittadino e dell’intera collettività sotto il profilo della sicurezza.
Il tema della sicurezza è prioritario anche nei programmi dei partiti impegnati nella campagna elettorale in corso.
Ma già da tempo esso costituisce l’argomento principale per politici e cittadini che avvertono sempre più l’esigenza di una sicurezza sociale.
Tutti parlano di sicurezza, esprimendo giudizi e formulando proposte in questo o in quell’altro settore della sicurezza.
Spesso si fa una grande confusione perché vastissima è la ramificazione del tema e molte volte si confondono ruoli e competenze.
In termini pratici, si parte dalla sicurezza di stretta competenza delle Forze dell’Ordine e si finisce per chiedere più uomini e mezzi, maggiore presenza e vigilanza per i settori più svariati: viabilità stradale, criminalità comune e minorile, prostituzione, mondo del lavoro, immigrazione clandestina, per la scuola e quant’altro ancora.
Si tratta di sicurezza di stretta competenza degli organi di polizia sotto il coordinamento del Prefetto che mira a prevenire e a reprimere i reati.
Nella nostra Provincia – termina il delegato del Presidente Cusani alla sicurezza sociale Lisetti - essi svolgono appieno il loro dovere e direi che negli ultimi tempi hanno intensificato la loro attività di prevenzione e di repressione, ma - puntualizza Lisetti - ben diversa è la funzione degli enti politico-amministrativi che, disponendo di risorse umane e strumentali, devono mirare – anche in sede legislativa – a mettere in atto tutte quelle misure che possono prevenire i fenomeni antisociali ostacolandone la loro crescita e la loro diffusione”.

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