martedì 8 luglio 2008

* UNCI-firme per Sayed

FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA
Unione Nazionale Cronisti Italiani

Avviata da giornalisti e scrittori afgani:
il processo di appello non si chiude

RACCOLTA DI FIRME PER SALVARE LA VITA
A SAYED PERWIZ

Condannato a morte il 22 gennaio attende che
Karzai si decida a intervenire


I giornalisti e gli scrittori afgani hanno avviato alle 10 di oggi una raccolta di firme per chiedere al presidente Hamid Karzai di risolvere una volta per tutte la vicenda di Sayed Parwez Kambakhsh che attende da mesi la conclusione del processo di appello dopo essere stato condannato a morte il 22 gennaio da un tribunale islamico.
A favore di Sayed Parwez, condannato a Mazar-I-Sharif per blasfemia per aver diffuso gli articoli di un sito iraniano sul rapporto tra Islam e donne, sono intervenuti
i governi di tutti i paesi occidentali e le organizzazioni dei giornalisti di tutto il mondo. L’Unione Nazionale Cronisti Italiani lo scorso 8 marzo ha attribuito a Sayed Parwez e al fratello Yaqub Ibrahimi, che è venuto a ritirarlo da Kabul, il Premio Internazionale del cronista.
Il processo di appello a Sayed Parwez è iniziato il 18 maggio ed è andato avanti per alcune udienze al rallentatore e in un clima sfavorevole. Avvocato difensore e fratello sostengono apertamente che il presidente della corte Abdul Salam Qazizada subisce l’influenza dei fondamentalisti islamici tanto da apparire più un accusatore che un giudice terzo: tra l’altro avrebbe cercato di sminuire le accuse di Sayed Parwez di essere stato torturato nel carcere di Mazar-I-Sharif.
La raccolta di firme di giornalisti e scrittori afgani, che hanno chiesto a tutte le organizzazioni internazionali dei giornalisti di sostenerli e premere sui rispettivi governi perché intervengano su Karzai, è scattata contemporaneamente alle 10 in 20 province. Le firme raccolte, che chiedono al presidente afgano di far concludere rapidamente la vicenda con il riconoscimento dell’innocenza di Sayed Parwez, saranno consegnate ai Governatori delle province perché le inoltrino al presidente e anche alla Corte Suprema afgana.

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