venerdì 18 luglio 2008

* Terracina-nota Nardi

DICHIARAZIONE SINDACO STEFANO NARDI


“Dopo l’invito alla “raccolta di libere offerte” tesa al pagamento del canone telefonico del Tribunale della Città, che passerà alle cronache come originale boutade dell’estate 2008, continua con gran clamore mediatico la “solitaria” battaglia di contrapposizione di un Giudice di Pace di Terracina nei confronti del Comune.
Apprendo questa mattina dalla stampa che sono stato virtualmente “bacchettato” dal Presidente del Tribunale di Latina, il dr. Bruno Raponi, per non aver adempiuto al saldo delle bollette dell’unica linea telefonica diretta all’utenza dell’Ufficio del Giudice di Pace.
Ritengo la pubblicizzazione a mezzo stampa di una lettera riservata del Presidente del Tribunale Ordinario di Latina un fatto grave di scorrettezza istituzionale per almeno due ordini di fattori.
Il primo perché il Giudice di Pace di Terracina ha utilizzato, per palese scopo propagandistico, il nome del Presidente Raponi; il secondo perché ai cronisti sono stati forniti soltanto le prime due righe delle cinque di cui è composta la missiva, falsando così i termini e il tono di quanto sottoscritto dal responsabile del Tribunale Ordinario di Latina.
Quello che manca alla corretta informazione è il passaggio dove il Presidente Raponi afferma:”Esprimo parere contrario alla richiesta del G.d.P. Eugenio Fedele di provvedere al pagamento del canone telefonico mediante “raccolta di libere offerte” (!) in quanto anomale e illegittime”.
Passaggio che ci pare di sostanziale censura nei confronti del proponente della goliardica trovata.
C’è inoltre da riferire che la lettera del Presidente Raponi è arrivata al protocollo del Comune di Terracina il giorno 11 luglio 2008, mentre l’Amministrazione comunale, previo ok di Equitalia e dopo aver ottemperato a tutti i dettami che la legge in materia prescrive, il giorno 8 luglio 2008 saldava e ripristinava di fatto la linea telefonica all’interno dell’Ufficio del Giudice di Pace.
Anche questo accadimento temporale dimostra, palesemente, che l’Amministrazione comunale non ha mai avuto alcuna intenzione “persecutoria” nei confronti dell’Ufficio del Giudice di Pace di Terracina, anzi, si è sempre adoperata affinchè l’ufficio potesse essere posto nelle migliori condizioni logistiche per adempiere al delicato compito di amministrare la giustizia.
Colgo l’occasione, poi, per rispondere alle accuse lanciate dal Comitato “Antonino Caponnetto” che “non comprende il motivo per il quale il sindaco non renda pubblico l’elenco delle ditte invitate dall’amministrazione alle gare pubbliche”.
Cari amici della “Caponnetto”, le ditte che lavorano per il Comune di Terracina, come accade del resto in tutti i Comuni Italiani, non sono chiamate, ma rispondono a bandi pubblici e sono obbligate a presentare tutta una serie di certificazioni che la legge impone, ivi compreso il certificato antimafia”.



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